Il ponte tra i due parchi a Castelsaraceno
Leandro Domenico Verde
Si trova in Basilicata, nel piccolo borgo di Castelsaraceno (PZ), il ponte tibetano più lungo
del mondo. Con i suoi 586 metri di lunghezza, e 80 di altezza, consente di percorrere
un’emozionante passeggiata in un contesto naturale, incontaminato e incantevole
dell’entroterra lucano. Inaugurato il 31 luglio scorso, è un grande attrattore adatto a tutti
coloro che amano le attività sportive all’aperto condite con un pizzico di adrenalina ed è,
ovviamente, sconsigliato a chi soffre di vertigini. Camminare sul ponte è un’esperienza
assolutamente vera che regala emozioni ad ogni metro ed è l’ideale da fare con familiari
ed amici, per condividere insieme un’esperienza unica. Il tratto si percorre con facilità e a
passo lento, consentendo così di scoprire l’emozione di osservare il paesaggio circostante
sospesi tra i monti lucani, il tutto nella massima sicurezza. All’ingresso, infatti, si viene
agganciati con un moschettone ad un cavo che poi ci porterà fino alla fine del meraviglioso
percorso.
Castelsaraceno è un piccolo centro della provincia di Potenza che ha origini millenarie, il
primo insediamento dei Saraceni risale al 1031, ed è oggi conosciuto anche come il
“Borgo a forma di cuore”. Il ponte tibetano più lungo del mondo ha trasformato questo
paese montano della Basilicata in una meta dalla grande attrazione turistica. E ad essere
sinceri ha colpito molto anche l’accoglienza ricevuta una volta arrivati nel borgo, dove
siamo stati accolti in maniera esemplare dagli abitanti del posto, gentili e ospitali, felici e
fieri di avere nel loro comune tanti turisti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Nei
loro atteggiamenti e nella loro sincera accoglienza è presente tutta la lucanità di chi si apre
al mondo ma sempre con rispetto e discrezione. Nei vicoli, nella piazza e durante il tragitto
che conduce al ponte si può inoltre ammirare un centro storico pulito e curato nei minimi
dettagli, poco abitato ma ricco di storie e stimoli da raccogliere e fotografare, che può
piacere sia agli amanti della street photography che dello still life.
Per chi, inoltre, volesse approfondire la conoscenza del patrimonio religioso è consigliato
visitare la Chiesa parrocchiale dello Spirito Santo (Matrice) che, costruita nel 1512 dalla
famiglia Sanseverino, è l’edificio religioso più interessante dell’abitato con le numerose
opere d’arte presenti all’interno, e la Chiesa di Sant’Antonio, di epoca tardo-
rinascimentale. E per riscoprire le radici della comunità potrebbe essere di sicuro interesse
il Museo della Pastorizia, che offre un’occasione per riflettere sulla vocazione agroturistica
del territorio.
Ma, tornando all’attrazione principale, per attraversare il ponte tibetano occorrono tra i 40 e i 60
minuti, tutto dipende dai tempi che ha ci precede: quanto si fermano per ammirare il
paesaggio, quanti selfie si fanno o quante emozioni hanno voluto raccogliere, passo dopo
passo. Ma, calcolando tutte le variabili, il tempo è comunque relativo, perché scorre lento
mentre si è sospesi in un vuoto che regala emozioni naturali come quelle dei monti
circostanti.
Il “Ponte tra i due Parchi” infatti collega il Parco Nazionale del Pollino con quello
dell’Appennino Lucano-Val d’Agri Lagonegrese, parte dal centro abitato di Castelsaraceno
e con la sua passerella escursionistica si dirige verso monte Raparo. Nel mezzo ci sono
1160 gradini in grigliato di acciaio zincato, fissato sulle funi principali inferiori mediante dei
morsetti. Agli amanti dell’ingegneria non sarà sfuggito che la struttura della passerella
escursionistica è costituita da quattro funi portanti ed ulteriori due funi di sicurezza.
Si tratta di un attrattore che segna un record per l’Italia e per la Basilicata, terra di
meraviglie tutte da scoprire e da vivere.
Leandro Domenico Verde